Selezionati 28 studi: 17 RCT e 5 quasi-RCT che confrontavano un intervento di etichettatura con un controllo senza etichetta (o etichetta incompleta), e 6 studi serie temporali interrotte (ITS) che confrontavano l'acquisto o il consumo prima e dopo l'implementazione dell'etichettatura nutrizionale. Tutti gli studi sono stati svolti in paesi ad alto reddito, principalmente negli Stati Uniti (21 studi) e in contesti universitari (19 studi) su soggetti adulti.
La maggior parte degli studi (20 studi) ha valutato l'impatto dell'etichettatura sui menù, o l'etichettatura nutrizionale posta sopra/accanto a una gamma di cibi o bevande tra cui i partecipanti potevano scegliere. 8 studi hanno fornito ai partecipanti una sola opzione di cibo o bevanda etichettata (in cui l'etichettatura era presente su un contenitore o una confezione adiacente al cibo o su un tabellone) e hanno misurato la quantità consumata. Il tipo di etichettatura valutato più frequentemente era l'informazione energetica, ovvero le calorie.
Effetti dell’etichettatura sul consumo in scenari artificiali (di laboratorio)
17 studi (8 RCT) hanno valutato l'impatto delle etichette nutrizionali sul consumo di prodotti alimentari in scenari artificiali. La meta-analisi di 8 RCT non ha dimostrato in modo conclusivo una riduzione dell'energia consumata (kcal) quando i menù o una gamma di alimenti sono stati etichettati (MD −50,27 kcal, 95%IC −104,41 a 3,88; n° partecipanti =1705; qualità delle prove bassa).
Effetti dell’etichettatura sull’acquisto di alimenti in ambienti reali: ristorante, bar, distributori automatici e negozi di alimentari
9 studi, di cui 3 RCT, hanno valutato l'impatto delle etichette nutrizionali sui menù, o etichette nutrizionali poste sopra/accanto a una gamma di opzioni di cibi o bevande. Dalla meta-analisi dei 3 RCT emerge una riduzione statisticamente significativa di 47 kcal nell’energia acquisita (kcal) quando i menù sono stati etichettati (MD: -46,72 kcal, 95%IC -78,35 a -15,10; n° partecipanti =1877) con poca evidenza di eterogeneità (qualità delle prove bassa). Supponendo un pasto medio di 600 kcal, ciò rappresentava una riduzione del 7,8% (95%IC da 2,5% a 13.1%) nell'acquisto di energia (kcal). I risultati sui distributori automatici e nei negozi di alimentari non erano interpretabili e sono stati valutati come di qualità molto bassa.
Effetti dell’etichettatura errata sull’apporto energetico
5 studi hanno valutato l’effetto dell’etichettatura errata (l'apposizione di etichette a basso contenuto calorico o a basso contenuto di grassi su alimenti ad alto contenuto energetico). Dalla meta-analisi non è emerso un aumento statisticamente significativo nell'energia consumata (kcal) (SMD: 0,19, 95%IC: -0,14 a 0,51; n° partecipanti= 718; qualità delle prove molto bassa).
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