NIEBP - Network Italiano Evidence Based Prevention

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23/06/2025

Effetti degli interventi sul posto di lavoro sul comportamento sedentario e sull'attività fisica: una revisione generale con meta-analisi e sintesi narrativa

A cura di Lidia Fubini, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte 

Sempre più persone nel mondo sono inattive fisicamente e sedentarie sul luogo di lavoro, con un aumento del rischio di malattie e morti evitabili.  Questo studio riassume tutto ciò che è stato pubblicato, per aiutare a creare iniziative di promozione della salute e a guidare future ricerche.

 

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23/06/2025

Interventi sullo stile di vita per la prevenzione del diabete di tipo 2 nei soggetti con prediabete

A cura di Miriam Levi, UFC Epidemiologia, Azienda USL Toscana Centro, Italia

La revisione sistematica con metanalisi sintetizza l’efficacia degli interventi sullo stile di vita (dieta, attività fisica o entrambi) nella prevenzione del diabete di tipo 2 e nella promozione del ritorno alla normoglicemia nei soggetti adulti con prediabete. L’analisi include dati da 31 trial randomizzati condotti in 14 paesi e fornisce stime specifiche per i diversi fenotipi di prediabete (alterata glicemia a digiuno, intolleranza al glucosio ed emoglobina glicata elevata), offrendo indicazioni utili per guidare gli operatori sanitari nella scelta degli interventi più appropriati e nella definizione delle priorità nei programmi di prevenzione.

 

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12/03/2025

Trascorrere più tempo all’aperto può prevenire nei bambini l’insorgenza e la progressione della miopia

a cura di Paola Capra, Dors, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, ASL TO3 Regione Piemonte 

La miopia è un problema di salute pubblica globale su cui è necessario intervenire precocemente per prevenire l'insorgenza e rallentarne la progressione fin dal periodo infantile. Trascorrere più tempo all'aria aperta può essere la risposta? Una revisione Cochrane prende in esame la questione. 

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10/12/2024

I tracker indossabili come intervento per aumentare l’attività fisica

A cura di Marta De Vito, UPO, Università del Piemonte Orientale, Piemonte, Italia.

I tracker di attività indossabili sono dispositivi in grado di fornire ai consumatori un monitoraggio oggettivo dei propri livelli di attività fisica (contapassi, dispendio energetico, frequenza cardiaca, monitoraggio di attività fisiche specifiche ecc.).  Inoltre, combinati con l’uso di App per smartphone e computer possono assistere gli utenti in modo personalizzato fornendo feedback specifici, strumenti motivazionali e per la gestione della salute.

I tracker possono favorire l’aumento dell’attività fisica?

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03/06/2024

Interventi di promozione e trasformazione urbana per la mobilità attiva casa-scuola ed esiti di salute

A cura di:

Alessio Perilli, Zuzana Mitrova, Rosella Saulle (Dipartimento di Epidemiologia - Lazio), Patrizia Brigoni, Thellenxa Kalemi, Alice Masini (Università del Piemonte Orientale)

 

Svolgere attività fisica con regolarità durante l’infanzia e l’adolescenza è di cruciale importanza per promuovere la crescita, con molteplici benefici per la salute fisica, mentale e cognitiva nonché per il miglioramento della performance e rendimento scolastico. Uno stile di vita sedentario rappresenta un rischio per la salute, favorendo lo sviluppo di patologie croniche come le malattie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche e i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico. 

In Italia, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, solo il 41% degli adolescenti pratica attività fisica moderata-intensa almeno quattro giorni a settimana e il 20% dei bambini non ha svolto alcuna attività fisica il giorno precedente l'indagine.

In tale contesto, diventa quindi fondamentale individuare interventi realizzabili nelle routine quotidiane, in grado di aumentare i livelli di attività fisica promuovendo la salute e il benessere di tutti e in particolare della popolazione in età evolutiva.

La mobilità attiva permette di integrare l’attività fisica nella propria routine quotidiana in modo semplice, oltre a generare benefici ambientali, quali la riduzione dell’inquinamento acustico, atmosferico e delle emissioni di gas climalteranti.

L’obiettivo della revisione condotta è quello di valutare l’effetto di interventi di promozione della mobilità attiva casa-scuola su attività fisica, sovrappeso/obesità, benessere e riduzione di incidenti stradali.

È stata, inoltre, effettuata una revisione della letteratura grigia al fine di identificare i progetti rilevanti realizzati in contesti Nazionali e Internazionali.

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25/03/2024

Effetti dello yoga sulla salute fisica e psicologica degli anziani che vivono in comunità

A cura di Marina Penasso, DoRS, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

La revisione con metanalisi ha sintetizzato e valutato criticamente la qualità delle prove esistenti sugli effetti dello yoga per il benessere psicofisico di persone di età pari o superiore a 60 anni. Sono stati inclusi 15 studi. Lo yoga ha migliorato significativamente l’equilibrio, la flessibilità, la forza muscolare e i sintomi depressivi. I risultati di questa revisione hanno supportato gli effetti benefici dello yoga sulla salute psicofisica degli anziani.

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06/12/2023

Efficacia degli interventi di esercizio fisico per prevenire il dolore al collo

 A cura di Lidia Fubini, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

 

Tra i disturbi muscolo-scheletrici, il dolore al collo è al secondo posto dopo la lombalgia con un notevole onere individuale ed economico. L'incidenza è particolarmente alta negli impiegati, ed è spesso persistente e ricorrente. Obiettivo della revisione è stato aggiornare le evidenze sull'efficacia degli interventi di esercizio fisico per prevenire gli episodi di dolore al collo.

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04/12/2023

Interventi infrastrutturali, di policy e normativi per aumentare l'attività fisica e prevenire le malattie cardiovascolari e il diabete

 
A cura di Andrea Guida, Università degli Studi di Firenze
 
Le malattie cardiovascolari e il diabete mellito tipo 2 sono significativi problemi di salute globale, causando rispettivamente, secondo i dati del Global Burden of Disease, 17,9 milioni e 1,5 milioni di morti nel 2019. 
In Italia, le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte cardiovascolare (36,8% dei decessi nel 2019), con un impatto significativo sulla spesa farmaceutica. Il diabete interessa circa 4 milioni di persone nel 2020 e, sebbene influisca meno sulla mortalità (3,3% nel 2019), è considerato un rilevante fattore di rischio cardiovascolare. 
La prevenzione e gestione di tali patologie richiedono interventi su fattori modificabili come sovrappeso, obesità e inattività fisica. L'obiettivo di questa review di Durão del 2023 è di valutare l'impatto di interventi di tipo infrastrutturale, di policy o normativi sull'incremento dell'attività fisica. 
 


16/10/2023

Barriere e facilitatori della partecipazione all’attività fisica in bambini e adolescenti con disabilità intellettive

 A cura di Rosella Saulle e Fabio Cruciani, Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio-ASL Roma1

Regolari livelli di attività fisica contribuiscono a mantenere e migliorare il benessere mentale e psicofisico in ogni età e fase della vita, in adulti e anziani così come nei bambini e adolescenti.

I bambini e gli adolescenti con disabilità intellettiva (DI) sono meno attivi rispetto ai loro coetanei senza disabilità e hanno bassi livelli di attività fisica (AF). Comprendere i fattori che influenzano la partecipazione di questa popolazione all’AF è essenziale per progettare interventi efficaci e accettabili.

La scoping review condotta da Yu et al. 2022 ha identificato barriere e fattori favorenti la partecipazione all’AF in bambini e adolescenti con DI.

In generale, i fattori individuali legati alla propria disabilità, la bassa autoefficacia, la mancanza di sostegno da parte dei genitori, le strutture inadeguate o inaccessibili e la mancanza di programmi adeguati sono stati le barriere più comunemente segnalate. Un'elevata autoefficacia, il piacere di praticare attività fisica, un sufficiente sostegno da parte dei genitori, l'interazione sociale con i coetanei, la partecipazione alle lezioni di educazione fisica a scuola e programmi di attività fisica adattati sono stati i fattori più comunemente segnalati come facilitatori.

E’ importante di avviare interventi multimodali che tengano conto del coinvolgimento delle famiglie, delle scuole e di un sostegno da parte di una rete più ampia affinché tali interventi di promozione dell’AF possano rivelarsi efficaci e promettenti, favorendo la partecipazione di bambini e adolescenti con disabilità intellettive.

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16/10/2023

Efficacia degli interventi multicomponente in ufficio per ridurre il comportamento sedentario sul lavoro

 A cura di Marta De Vito, Università del Piemonte Orientale – Dipartimento di Medicina Traslazionale

E’ noto come uno stile di vita sedentario rappresenti un rischio per la salute, favorendo lo sviluppo di patologie croniche come le malattie cardiovascolari e metaboliche, ed i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico. L’inattività fisica è associata ad un’invecchiamento non in salute ed un aumentato rischio di mortalità per tutte le cause.

Diversi studi hanno rilevato che il tempo passato seduti a lavoro, per i lavoratori full time che svolgono impieghi d’ufficio, è circa il 60-90% del tempo totale che un individuo trascorre seduto in un giorno.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificato i luoghi di lavoro come il contesto ideale dove attuare azioni di promozione della salute.

In questo scenario, diventa quindi fondamentale individuare gli interventi, realizzabili nel contesto lavorativo, in grado di aumentare i livelli di attività fisica promuovendo la salute e il benessere dei lavoratori.

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11/09/2023

Gli effetti sulla salute delle Zone a basse emissioni e delle Zone a traffico limitato

A cura di Paola Capra, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

L'inquinamento atmosferico per intenso traffico veicolare rappresenta un serio rischio per la salute di uomo e ambiente e ha portato numerose città in tutta Europa ad  intervenire con misure infrastrutturali, è il caso delle zone a basse emissioni e le zone a traffico limitato. La revisione Chamberlain ne ha valutato l'impatto sulle condizioni di salute di chi vi risiede.  

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03/07/2023

Effetti di interventi non farmacologici per le persone fragili: revisione sistematica e metanalisi

 A cura di Patrizia Brigoni, Università del Piemonte Orientale, Dipartimento di Medicina Traslazionale

La fragilità è una sindrome clinica legata all'età, caratterizzata dal declino di varie funzioni, accompagnata da maggiore vulnerabilità. Può essere considerata come uno stato che precede la disabilità e contribuisce a una serie di esiti negativi per la salute, tra cui il declino cognitivo, la depressione, la difficoltà a svolgere attività quotidiane. Porta spesso con sé una minore qualità della vita, cadute, ricovero in ospedale e necessità di assistenza a lungo termine.
Tutti questi fattori, a loro volta, aumentano i costi sanitari. La fragilità è comune negli adulti anziani; con l'invecchiamento della popolazione mondiale, la gestione della fragilità è un'importante sfida per la salute pubblica.

Gli autori della revisione hanno considerato gli studi riguardanti interventi di attività fisica, interventi multicomponente e interventi nutrizionali, ed hanno evidenziato che tutti questi interventi sono associati al miglioramento della fragilità rispetto al controllo.

La revisione e la conseguente metanalisi evidenziano che l'allenamento finalizzato al miglioramento della resistenza ha il miglior potenziale per ridurre la fragilità negli adulti anziani.

Tuttavia, gli studi inclusi non sono di buona qualità, dunque questi esiti necessitano di essere confermati con nuovi studi.

Nel dettaglio, l'attività fisica sembra essere l'intervento più efficace (Differenza media standardizzata SMD = 0.43, 95% CI: 0.34–0.51). L'allenamento di resistenza (risultato il più efficace, SMD = 0.58, 95% CI: 0.33–0.83), l'esercizio mente-corpo (SMD = 0.57, 95% CI: 0.24–0.90), l'allenamento fisico misto (SMD = 0.47, 95% CI: 0.37–0.57) e l'allenamento aerobico (SMD = 0.36, 95% CI: 0.09–0.62) risultano associati a una riduzione della fragilità rispetto alle cure abituali.

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15/06/2023

Attività fisica per il trattamento della sindrome dell'intestino irritabile

 A cura di Claudia Cosma, Alice Fanfani - Università di Firenze e Miriam Levi UFC Epidemiologia, Azienda USL Toscana centro

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è un comune disturbo funzionale cronico dell'intestino caratterizzato da sintomi che includono dolore o fastidio addominale, gonfiore e cambiamenti nelle abitudini intestinali che si protraggono per 6 mesi o più, con una prevalenza di circa il 10%-20% nei Paesi occidentali e crescente nei Paesi a basso reddito. Tale disturbo colpisce più comunemente le persone di età inferiore ai 35 anni.

La gestione della sindrome non segue un percorso chiaro per ogni paziente ma si concentra sui sintomi individuali, contemplando l’utilizzo di lassativi per la stipsi, antispastici per il dolore, antidiarroici, cambiamenti nella dieta, assunzione di liquidi, gestione psicologica e attività fisica.

L'attività fisica, in particolare, risulta spesso essere un valido supporto per svariate condizioni croniche. Potrebbe quindi essere una valida alternativa o un'aggiunta ai trattamenti in essere. Tuttavia, le prove a sostegno di questa raccomandazione non sono sufficienti.

Una recente revisione sistematica Cochrane indaga la letteratura presente per valutare i benefici dell’attività fisica negli adulti con diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile oltre ai possibili moderatori dell'effetto, come ad esempio la specifica tipologia di intervento.

L'attività fisica (yoga, esercizio su tapis roulant o consulenza e supporto per aumentare l'attività fisica) può migliorare i sintomi ma non la qualità della vita o il dolore addominale: ulteriori studi sono necessari per valutare l’opportunità di questo intervento.

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23/03/2023

Gli interventi incentrati sull’attività fisica riducono i sintomi depressivi nei bambini e negli adolescenti.

 A cura di Rita Longo, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

La recente review con meta-analisi di Recchia et al.  evidenzia l’influenza positiva degli interventi con focus sull’attività fisica, rivolti a bambini e adolescenti, rispetto alla riduzione dei sintomi depressivi.
La depressione è attualmente il disturbo mentale prevalente tra i bambini e gli adolescenti, associata a parecchi esiti avversi di salute, quali ad esempio difficoltà sociali/relazionali, salute fisica scarsa, suicidio.
Esistono linee guida ufficiali a livello internazionale che suggeriscono interventi di tipo farmacologico e psicoterapeutico, che vanno integrati con tipologie di intervento nuove, con meno rischi di effetti collaterali, efficaci, come si dimostra essere l’attività fisica, per promuovere la salute mentale in età evolutiva.

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19/12/2022

Pedibus: un intervento di promozione della mobilità attiva sul percorso casa-scuola

A cura di Federico Pagnoni, Università del Piemonte Orientale – Dipartimento di Medicina Traslazionale

 Secondo i più aggiornati dati del Global Burden of Disease, il sovrappeso è un fattore di rischio responsabile di 1.455.853 DALY persi in Italia: pari al 8,1% del totale.

Particolare attenzione va quindi posta nel ridurre questo fattore di rischio attraverso interventi volti a promuovere la mobilità attiva e contrastare la sedentarietà. In questo contesto l’età scolare è un momento importante da sfruttare per insegnare abitudini corrette ed intercettare gli stili di vita scorretti fin da subito, quando è ancora possibile modificarli con maggiore probabilità di successo.

È proprio questo l’obiettivo dell’intervento Pedibus. Basato su diverse esperienze messe in campo dalla Regione Veneto e da studi cross-sectional internazionali, esso è rivolto ad una popolazione di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, ampliabile anche agli studenti frequentanti la scuola secondaria di primo grado. L’intervento mira a promuovere il cammino, facilitare la socializzazione ed in secondo luogo ridurre la circolazione delle auto, con conseguente riduzione dell’inquinamento ed aumento della vivibilità degli spazi verdi urbani.

Il programma prevede di organizzare il tragitto da casa a scuola e successivo rientro: i bambini camminano insieme, accompagnati da un adulto su un percorso testato e valutato da genitori, insegnanti e Polizia Municipale.

Alla fine dell’intervento si è visto un miglioramento statisticamente significativo del tempo dedicato al cammino, della socialità e dei parametri psicosociali. È stata anche provata l’efficacia nel prevenire diabete e ipertensione nel bambino e nel favorire lo sviluppo psicologico e cognitivo, oltre che nel ridurre le attività sedentarie.

 

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15/09/2022

Allenamento alla mobilità: effetti sulla mobilità e sul declino funzionale negli anziani con fragilità

A cura di Patrizia Brigoni, Università del Piemonte Orientale, Dipartimento di Medicina Traslazionale

La fragilità è di solito legata alla presenza di patologie multiple, o croniche, ad uno stato di salute instabile; nelle persone fragili è maggiore il rischio di cadute e compromissione delle attività della vita quotidiana  . Il 19% degli anziani in Italia è a rischio di fragilità, una condizione che si aggrava con l’età, riguarda nello specifico il 12% dei 65-74enni e il 30% fra gli ultra 85enni, è fortemente associata allo svantaggio socio-economico e disegna un chiaro gradiente geografico Nord-Sud: è quanto emerge dalla sorveglianza di popolazione PASSI d’Argento, 2016-2018.

Per gli anziani fragili è importante mantenere la mobilità ovvero la possibilità di cambiare e mantenere la posizione del corpo, camminare e muoversi. Gli interventi mirati al miglioramento della mobilità comprendono esercizi funzionali, come la posizione seduta in piedi, la camminata o l'esercizio del passo.

La revisione sistematica di Treacy e altri ha valutato l'efficacia di interventi atti ad allenare la mobilità in una popolazione anziana e fragile che vive in comunità, verificando se questi allenamenti riducono le cadute, gli incidenti domestici, migliorano l'autonomia le funzionalità generali. I dati della revisione suggeriscono l'utilità degli allenamenti, la cui efficacia sembra continuare anche sei mesi dopo l'intervento. Tuttavia, l'allenamento alla mobilità potrebbe fare poca o nessuna differenza rispetto al numero di persone che cadono o sono ricoverate in strutture di assistenza o rispetto al tasso di mortalità.

 

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14/10/2021

Gli effetti dell'attività fisica regolare sul sistema immunitario

A cura di Marta De Vito, Università del Piemonte Orientale

Nei Paesi della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’inattività fisica è uno dei maggiori fattori di rischio per la salute e si stima sia responsabile di un milione di decessi annui (circa il 10% dei decessi totali della Regione) e di circa 8,3 milioni di anni di vita persi a causa di disabilità (Disability-adjusted life years, DALYs)1


13/10/2021

Interventi per la prevenzione del dolore cervicale in chi svolge lavori d'ufficio

A cura di Miriam Levi, UFC Epidemiologia, Azienda USL Toscana centro

La cervicalgia è un disturbo muscoloscheletrico che ha un’alta prevalenza in chi svolge un lavoro d’ufficio.  Questa revisione sistematica con meta-analisi e meta-regressione ha valutato l'effetto combinato di interventi condotti in ambito occupazionale per ridurre la prevalenza e la sintomatologia dolorosa in particolare tra i videoterminalisti. Nella revisione sono stati inclusi 29 studi primari, mentre nella metanalisi gli studi inclusi sono stati sei. 


07/06/2021

Attività fisica per le persone anziane

Una Collezione speciale Cochrane dedicata all’attività fisica per le persone anziane curata da Cochrane Campbell Global Aging Partnership.

I benefici dell’attività fisica per la salute degli anziani sono ampiamente documentati: una adeguata e regolare attività fisica ha molteplici benefici per la salute e il benessere, riduce il rischio di malattia, aiuta a mantenere e migliorare la funzione fisica e mentale.

Tuttavia, per molte persone l’invecchiamento coincide proprio con la diminuzione della mobilità, delle competenze motorie e dell’indipendenza funzionale.

Inoltre, diversi studi suggeriscono che l’epidemia da COVID-19 ha influito negativamente sull’attività fisica delle persone anziane, in quanto l’isolamento domiciliare ha reso più difficoltosa l’aderenza ai livelli raccomandati di esercizio fisico, soprattutto per le attività all’aperto e di gruppo.

Questa raccolta speciale contiene una selezione di revisioni e ricerche Cochrane che valutano i benefici degli interventi di attività fisica nella popolazione anziana. Le revisioni sintetizzano le evidenze riguardanti gli anziani in generale o gruppi di persone che hanno condizioni di salute specifiche.

https://www.cochranelibrary.com/collections/doi/SC000048/full