NIEBP - Network Italiano Evidence Based Prevention

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Interventi di comunità volti a migliorare la salute mentale dei bambini e degli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito
Data di inserimento 04/08/2022
Anno 2022
Domanda di ricerca

Gli interventi community-based sono efficaci per la prevenzione e il trattamento dei problemi di salute mentale (disturbo da stress post traumatico - PTSD, ansia e depressione) e per la promozione della salute mentale di minori rifugiati residenti in paesi ad alto reddito? Qual è la loro accettabilità, e quali sono i possibili effetti avversi?


Quello che conta

Sono inclusi 38 studi, di cui tre sono RCT (Baker 2006, Ooi 2016, Walg 2020), corrispondenti ad una popolazione totale di 83 partecipanti. Sono i soli tre studi in cieco utilizzati per valutare l’efficacia degli interventi e la loro accettabilità.

Sulla base delle prove limitate identificate in questa revisione, gli autori concludono che non vi è nessuna evidenza di effetti degli interventi community-based sui sintomi di PTSD, ansia e depressione. Le evidenze rilevate hanno un basso livello di sicurezza. Non è presente nessun dato sugli effetti avversi. 

I minori sono un gruppo sottorappresentato rispetto agli adulti nella letteratura dedicata al tema, è netta la maggioranza di evidenze a favore del PTSD, degli interventi di trattamento, mentre sono assenti o carenti le evidenze sui disturbi di ansia e di depressione, sugli interventi di promozione della salute e di prevenzione, sull’accettabilità. In merito allo status in questa revisione non è stato considerato lo status di migranti interni, che non sono mai usciti dai confini del paese di origine. 

Gli interventi community-based sono classificati in 5 livelli gerarchici: azioni indirizzate ai servizi di base e alla sicurezza (acqua, casa, cibo, assistenza sanitaria), supporto alla famiglia e alla comunità, cure non specialistiche, cure specialistiche e interventi multilivello. Prevalgono gli interventi dei livelli 3 e 4 (cure non specialistiche e specialistiche), mentre sono assenti o carenti interventi relativi ai primi 2 livelli e al livello 5.
 


Caveat

I 3 RCT sono di bassa qualità, con campioni molto piccoli, con rischio di bias nelle modalità di misura degli outcome, imprecisi nella classificazione della popolazione e della tipologia di intervento. 
Nonostante il pressante bisogno di studi di qualità metodologica alta e con campioni numerosi, bambini e adolescenti che hanno vissuto viaggi pericolosi e sono stati testimoni di eventi traumatici possono essere restii a partecipare ad un trial clinico, ciò complica la fase di reclutamento e di follow-up.
Infine sono necessari RCT con un reporting trasparente e chiaro per definire se l’obiettivo dell’intervento è classificato come promozione della salute mentale, prevenzione o trattamento. Altrettanto vale per la popolazione oggetto di studio, che dovrà essere meglio definita, distinguendo tra migranti o rifugiati e tra chi ha ricevuto una diagnosi formale e presenta sintomi chiari e chi no.
 


Contesto

Un numero senza precedenti di persone nel mondo sono migranti contro la loro volontà, obbligati ad abbandonare la casa e a fuggire, per eventi naturali o per accadimenti provocati dall’uomo.  Oltre il 50% dei rifugiati sono bambini e adolescenti, che alle difficoltà di insediarsi nel nuovo paese che li accoglie, spesso in patria sono stati testimoni o hanno vissuto in prima persona eventi traumatici, con rischi importanti per il loro benessere psichico.  Possono perciò sviluppare disturbi mentali, PTSD, ansia e depressione i più comuni, e richiedono un sostegno efficace nelle comunità di appartenenza.


In evidenza

I tre RCT riguardano interventi di cura non specialistica / specialistica ( livelli 3 e 4), classificati di prevenzione e trattamento, 2 realizzati nel contesto scolastico e uno nelle residenze dei minori non accompagnati.
Baker 2006 propone un intervento di musicoterapia, Ooi 2016 un intervento di “Teaching Recovery Techniques”, che adotta l’approccio cognitivo-comportamentale, lo studio Wang 2020 “Stabilization Training”, un intervento di trattamento, che adotta l’approccio cognitivo comportamentale e la terapia dialettico comportamentale. 
 


Implicazioni per la pratica

Le evidenze a disposizione sono insufficienti per determinare l’efficacia e l’accettabilità degli interventi community-based indirizzati alla salute mentale dei bambini e adolescenti rifugiati e richiedenti asilo. Pertanto non è possibile fornire raccomandazioni pratiche.

Interventi che sembrano promettenti e accettabili, anche se principalmente realizzati in paesi a basso e medio reddito e riferiti ad adulti, sono gli interventi che utilizzano gli approcci transdiagnostici e gli interventi di trattamento e prevenzione offerti dalle cure primarie. Tuttavia i bisogni della popolazione adolescente e i contesti e le risorse disponibili potrebbero essere differenti.

I 35 studi non randomizzati, che sono stati esclusi dalla sintesi narrativa, sebbene non siano i più adeguati per trarre conclusioni sull’efficacia degli interventi, comprendono una varietà molto più ampia di disegni di studio, di setting e di interventi assenti negli RCT. Alloggi e campi profughi, centri della comunità, centri di prima accoglienza, università, luoghi di lavoro sono alcuni dei setting non rappresentati dagli RCT. Gli interventi per il supporto di famiglia e comunità e gli interventi multilivello, livelli 2 e 5, sono valutati solo da studi non randomizzati. Inoltre gli studi non randomizzati possono indagare e chiarire gli ostacoli per la comprensione e accettabilità degli interventi nella popolazione dei minori rifugiati. In particolare gli studi qualitativi possono contribuire all’implementazione degli interventi, perché vengano realizzati con una sensibilità adeguata ai bisogni dei bambini e adolescenti rifugiati.  
 


Giudizio di qualità revisione

Livello di qualità alto (revisione Cochrane) 


Riferimento bibliografico revisione

Soltan F, Cristofalo D, Marshall D, Purgato M, Taddese H, Vanderbloemen L, Barbui C, Uphoff E. Community-based interventions for improving mental health in refugee children and adolescents in high-income countries. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 5. Art. No.: CD013657. DOI: 10.1002/14651858.CD013657.pub2.


Altri riferimenti

Baker F, Jones C. The effect of music therapy services on classroom behaviours of newly arrived refugee students in Australia – a pilot study. Emotional and Behavioural Difficulties 2006;11(4):249-60. 

Ooi CS, Rooney RM, Roberts C, Kane RT, Wright B, Chatzisarantis N. The efficacy of a group Cognitive Behavioral Therapy for war-affected young migrants living in Australia: a cluster randomized controlled trial. Frontiers of Psychology 2016;7:164.

Walg M, Angern JS, Michalak J, Hapfelmeier G. Effectiveness of stabilization training for adolescent refugees with trauma induced disorders: a randomized controlled trial. Zeitschrift fur Kinder- und Jugendpsychiatrie und Psychotherapie 2020;48(5):369-79.


Setting - comunitario -
Aree di intervento - salute mentale -
Parole chiave - adolescenti - bambini e adolescenti - rifugiati e/o richiedenti asilo - salute mentale -
Outcome

PTSD, ansia, depressione, stress psicologico. Viene misurata la gravità dei sintomi, mediante strumenti validati

Effetti avversi (suicidi, autolesionismo, altri effetti)


Sintesi e traduzione

Sintesi e traduzione a cura di Paola Capra, DoRS, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte, Italia.