NIEBP - Network Italiano Evidence Based Prevention

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 A cura di Lidia Fubini, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

 L’obiettivo di questa revisione è stato valutare gli effetti degli interventi per favorire la resilienza negli operatori sanitari, sia il personale sanitario che eroga assistenza medica diretta come gli infermieri, i medici, il personale ospedaliero sia il personale sanitario affine, come assistenti sociali e psicologi.

 

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A cura di Luisella Gilardi, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

 

Una revisione Cochrane del 2019 risponde alla domanda selezionando sei studi che hanno esaminato diverse frequenze di interruzione del lavoro (cinque studi) e diversi tipi di interruzione del lavoro (due studi). Rispetto al numero di pause si rileva che aumentarne la frequenza può non avere un effetto sul dolore, disagio e affaticamento dell’apparato muscoloscheletrico, può invece servire per aumentare la produttività e le performance sul lavoro. Rispetto alla tipologia di pause non si riscontrano differenze tra pause “attive” (camminata nel parco; rilassamento muscolare) e pause “passive” (non si propone alcuna attività) rispetto al disagio e affaticamento dell’apparato muscoloscheletrico, alla produttività e performance lavorativa.

Gli autori della revisione sottolineano che la qualità delle prove è bassa o molto bassa a causa del disegno dello studio e l’esigua dimensione della popolazione in studio.

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A cura di Lidia Fubini, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute - Regione Piemonte

Obiettivo della revisione è stato valutare l'efficacia degli interventi volti a ridurre l'invalidità lavorativa nei dipendenti con disturbi depressivi. Gli esiti considerati sono stati la diminuzione dei giorni di assenza lavorativa e la diminuzione sintomi depressivi.
La combinazione di un intervento diretto al lavoro e un intervento clinico riduce il numero di giorni di assenza per malattia, può ridurre i sintomi depressivi e aumentare l’efficienza lavorativa, come anche gli interventi psicologici rispetto a nessun intervento.

 

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Testo Featured: Scopo della revisione di Marino e Capone, 2021, è contribuire alla comprensione delle strategie di smart working e dell'effetto sul benessere individuale e organizzativo che potrebbe informare la ricerca e i programmi basati sull'evidenza per supportare il funzionamento professionale ottimale dei dipendenti durante e dopo la pandemia.
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A cura di Lidia Fubini, DoRS - Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

Scopo della revisione di Marino e Capone, 2021, è contribuire alla comprensione delle strategie di smart working e dell'effetto sul benessere individuale e organizzativo che potrebbe informare la ricerca e i programmi basati sull'evidenza per supportare il funzionamento professionale ottimale dei dipendenti durante e dopo la pandemia.

La pratica dei dipendenti che lavorano da remoto, lontano dal posto di lavoro convenzionale, è diventata un fenomeno vario e in rapida evoluzione. I processi di ridefinizione del lavoro, già in atto nell'era pre-pandemia, con l'avvento del COVID-19 sono diventati ampiamente richiesti. Diverse organizzazioni (terziario, istruzione, servizi professionali, pubblica amministrazione) sono state coinvolte nello smart working. Nello specifico, i ricercatori sostengono che nel settore pubblico c'è stato un uso generalizzato e indiscriminato dello smart working senza comprendere, in realtà, i requisiti per introdurre l'esperienza di smart working più che nel settore privato, che ha ulteriormente migliorato la pratica dello smart working.

Lo smart working si dimostra come  una strategia di lavoro flessibile che può essere efficace sul benessere dei lavoratori quanto più i responsabili delle risorse umane si impegnano a coinvolgere e supportare i dipendenti proteggendoli dai periodi di criticità dovuti al cambiamento organizzativo.

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